Titolo

Costantino, Elena, San Giorgio, San Pietro e San Paolo, uniti da un filo rosso che attraversa trasversalmente la croce e converge verso la Vergine con in braccio il bambino. La regalità di Costantino è condivisa con la madre, così come la regalità di Cristo ci viene mostrata nella sua grandezza misericordiosa dalla Vergine Madre che lo tiene in braccio.

 

Ecco l'interpretazione più completa ed esaustiva della vicenda Costantiniana: tragica e grandiosa, il cui filo rosso è anche un filo di sangue (si pensi alle tragiche lotte di potere nelle quali anche Costantino fu coinvolto), e nella quale solo la scoperta della Croce compiuta da S.Elena a Gerusalemme diviene principio di novità per la comprensione del potere alla luce del Vangelo. Il dragone del potere cieco e assoluto - tentazione sempre presente ad ogni regnante - viene sconfitto da San Giorgio che porta uno scudo con il segno del chi-rho (in hoc signo vinces), e che dunque rimanda proprio alla vittoria ottenuta da Cristo sulla croce, principio di ogni vera regalità ("regnavit a ligno deus" ", dice l' antichissimo inno Vexilla regis di Venanzio Fortunato). Pietro e Paolo, posti ai lati della Vergine con il bambino, sono "i coriferi degli Apostoli", coloro che garantiscono la dottrina Apostolica che interpreta e trasmette autenticamente il pensiero di Cristo sul potere politico, ricordando che "ogni autorità viene da Dio" (cf Rm 13,1; Pt 2,13) e che i cristiani pregano perché l'autorità sia al servizio del bene comune.

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