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Il segno cristiano nel quale Costantino vince, è illuminato qui dalla ripresa di una raffigurazione medioevale della deposizione dalla croce di Cristo morto. Paradosso inimmaginabile! Al tempo di Costantino una simile raffigurazione era del tutto impensabile (le prime rappresentazioni del Crocifisso sono già di epoca medievale), poiché la croce era e rimaneva - nell'immaginario collettivo - innanzitutto uno strumento di tortura e di morte, anzi, della più infaman delle morti.
Ma ora la croce è scenario di uno spettacolo nuovo: la compassione di chi abbraccia il crocifisso, se ne lascia quasi insanguinare, spesso riconosce che quella morte sorgente di una vita nuova, simboleggiata dalla vittoria di San Giorgio sul ladrone e dalla ripresa di un portale antico, la serenità di questo cambiamento. E l'uomo che guarda indietro, avendo in mano una piccola croce, sembra accorgersi, mentre cammina in avanti, della grandezza di ciò che sta alle sue spalle, dietro di lui. Un monito per noi cristiani a riscoprire il valore reale della Croce come "perno del mondo" e come ridefinizione del rapporto con tutta la realtà.